sabato 19 marzo 2011

Cattedrali...

Ho notato che, da un po', se vedo un libro nella cui vicenda c'entra una cattedrale, lo voglio. E' come per I Pilastri della Terra. Solo che, ora, questa voglia di leggere libri sulle cattedrali mi è presa anche con La Cattedrale del Mare di Ildefonso Falcones e Il Diavolo nella Cattedrale di Franz Shatzing. Il primo lo ha comprato mio padre qualche giorno fa, quando in libreria abbiamo fatto una 'strage' di libri (cioè abbiamo acquistato  insieme tutto ciò che ci è capitato sotto mano), il secondo mi sa che lo prendo io il giorno in cui ho un altro raptus da compratrice compulsiva di libri.   Forse perché le cattedrali, anche nella vita, mi affascinano. E' una di quelle cose che mi lasciano sempre a bocca aperta. Sono così alte, imponenti, ma al tempo stesso emanano un senso di leggerezza e perfezione pazzesco. Credo che la prima che ho visto è stata quella di Strasburgo, a dodici anni, in gita. Per tre volte mi sono fermata e con lo sguardo l'ho percorsa dal basso verso l'alto a bocca aperta. Mi sono sentita piccola piccola, stupita che al mondo potesse esistere un esempio tale di bellezza. E all'interno, le cose più grandiose erano lo spazio, i vetri, e soprattutto il rosone. I rosoni sono come un grande occhio dai mille colori che osserva in perpetuo le persone che gli passano davanti. Mi ricordo che ad un certo punto mi sono seduta e ho avvertito un grande senso di pace. Non sono credente, ma ho sempre amato la calma e la luce soffusa delle chiese. Sembra sempre che, in quel luogo, nulla di grave potrà mai accadere.
L'ultima che ho visto è stata quella di Exeter, in Inghilterra. Mio padre me ne aveva parlato spesso, e ciò che più mi è piaciuto sono stati tutte quelle centinaia di personaggi scolpiti sulla facciata. Uomini, donne, animali, tutti con un volto, un atteggiamento, un vestito diverso. Se avessi potuto, credo che li avrei fotografati uno a uno. Invece, mi sono dovuta accontentare di un cavaliere templare con un cagnolino ai piedi e un angelo. E all'interno, immaginatevi la mia faccia quando ho visto La Madonna della Seggiola di Raffaello, il mio pittore preferito! Sarò rimasta almeno dieci minuti a osservarla nell'atto così dolce e materno di abbracciare il Bambino.
Le cattedrali che vorrei vedere ora sono Notre Dame e Saint-Denis a Parigi, e poi quella di Salisbury, che ha ispirato a Ken Follett quella di Kingsbridge nei Pilastri della Terra. Adoro il turismo letterario!

martedì 15 marzo 2011

Gatti per la strada

A volte mi chiedo se in una vita precedente sono stata una sacerdotessa della dea Bastet. Altrimenti non riesco proprio a spiegarmi l'effetto che faccio su tutti i gatti che incontro.
Sabato sera, tornando da mia nonna, sulla mia stessa strada vedo un gatto. A pelo corto, bianco a macchie grigie e grasso. Aveva la testa piccola piccola e un corpo enorme.
Come al solito quando vedo qualunque animale (li amo troppo), mi chino e provo a farmi annusare una mano. Loro lo vedono sempre di buon occhio, è il primo gesto per farsi accettare. La reazione però mi lascia basita. Infatti, la gatta, perché mi sono appena accorta che è una femmina, comincia a strusciarsi contro la mia mano felice, facendo le fusa e miagolando. Io comincio ad accarezzarla. Però dopo un po', mi alzo per andare da mia nonna. Le dico: "Ciao."
Ebbene, non ho fatto due passi che me la ritrovo fra le gambe a strusciarsi sulle mie scarpe. La situazione precipita quando mi chino e lei mi balza letteralmente fra le braccia. E intanto io comincio a parlarle:
"No...ma...guarda che non posso portarti a casa...ne ho già quattro di gatti...dai...smettila...ma si, sei carina, ma io non posso portarti con me..."
La cosa continua così per parecchi minuti, con io che metto la gatta per terra, continuo a camminare, lei che mi si mette fra i piedi e mi balza in braccio e poi le parlo. E un anziano signore di passaggio si ferma a guardare questa ridicola scena.
Alla fine, nel momento in cui finisce il marciapiede e devo attraversare la strada, finalmente la gatta non mi segue più, ma mi guarda con un po' di tristezza negli occhi. E ho una stretta al cuore.
Non lo so proprio perché faccio questo effetto ai gatti. Ogni volta che ne incontro uno, non mi si stacca più. Ma dopotuto, anch'io sento una grande affinità con questi magnifici felini...
"Dio ha creato il gatto perché l'uomo potesse accarezzare una piccola tigre."
                                                                                                      Richelieu

A proposito di gatti, sto leggendo questo libro:

Questo libro mi ricorderà Plymouth, dove la storia, vera, è avvenuta e dove ho trascorso cinque fantastiche
settimane un anno e mezzo fa...ne parlerò quando lo avrò finito. 

lunedì 7 marzo 2011

Una stufa ti cambierà la vita!

Prima, a casa mia, avevamo una stufa piccola, in ferro, che non riscaldava più di uno spazio di cinquanta centimetri. Una settimana fa, finalmente, ne abbiamo comprata una grande, con due fasce di quadrati in ceramica grigi e un vetro che ti fa ammirare il fascino misterioso del fuoco che consuma lentamente il legno. E che dire, la mia vita è cambiata.

PRIMA DELLA NUOVA STUFA:

Verso le 6:30-7 del mattino, quando mi sveglio, temperatura ambiente di 12-13 gradi. Il mio braccio è aggredito dal freddo. Inutile dire che lo rimetto in fretta sotto le coperte nel calore dello scaldasonno e rimango mezzora a chiedermi se uscire o no. Quando torno a casa da scuola, papa' accende la stufa. Dopo molte fatiche, riesce a far partire il fuoco. A sera, temperatura in camera di 14 gradi. Ma io intanto mi sono rifugiata per studiare nel mio letto, dove ho acceso lo scaldasonno al massimo. Trascorro quindi il mio pomeriggio a letto.

DOPO LA NUOVA STUFA:

Alle 6:30-7 del mattino, temperatura ambiente di 16-17 gradi. Niente umidità assassina. Quindi scendo prima a fare colazione e non arrivo in ritardo a scuola. Il pomeriggio e la sera si arriva anche a 18 gradi. Quindi lo scaldasonno rimane spento (= meno consumo di elettricità), e non sono più costretta ad imbaccuccarmi: giro per casa in maglietta a maniche lunghe.
Ma il record è stato stabilito ieri notte:


Io amo la mia stufa!!! :)

So che c'è un po' di folle in questo post. Sarà che ultimamente sto attraversando una fase di inquietante ottimismo... :D

sabato 5 marzo 2011

giovedì 3 marzo 2011

Divertente...

...sto scrivendo questo post dallo scassatissimo computer di scuola aspettando di andare ad un seminario sulla biometria (chi sa cosa sia me lo dica). La prospettiva è noiosa, ma la vita è fatta così. Ci si diverte come si può... ;D
Au revoir!!!

martedì 1 marzo 2011

Necrofilia

Non c'è niente da fare. L'essere umano è necrofilo.
Prima c'era Sarah, ora c'è Yara. E già la t.v si è appropriata del caso. Yara è stata trovata solo qualche giorno fa, ci sono pochi indizzi, non si sa bene cosa sia successo. Ma ieri mattina c'era una trasmissione tutta sul suo caso. E una piccola folla che guardava la vetrina dove erano esposte le televisioni. Persone non proprio interessate a quanti pollici fosse grande quello schermo, ma piuttosto a lei, alla sua morte, a quelle sei coltellate.
E Sarah? Lei non fa più notizia. Solo cinque righe sul giornale. Perché l'avido pubblico di necrofili si è già saziato della sua morte, della violenza che ha subito. Ora, si nutrirà del corpo straziato di Yara per mesi e mesi, ignorando le notizie politiche di uno Stato che va allo sfascio e i martiri di paesi non così lontani da noi che combattono contro la tirannide.
Ma perché si fa questo? Perché, come al mercato, si espongono questi fatti al pubblico ingordo di necrofili?
Forse perché anche questo arrangia il nostro governo. Distogliere l'attenzione del pubblico da processi, scandali e leghisti che non riconoscono la nostra Storia per concentrarla sull'omicidio di una ragazzina di tredici anni. E' vergognoso.
Ma la folla tace.