sabato 17 settembre 2011

Meditazione libresche

I due ultimi libri che ho letto, Au temps ou la Joconde parlait di Jean Diwo e Il Mondo Nuovo di Aldous Huxley mi hanno fatto pensare.
Il primo è uscito in Francia e mai in Italia. E' un vero peccato, visto che proprio d'Italia si tratta in questo libro. In effetti, racconta di come Antonello da Messina partì da Napoli sul dorso di un mulo fino ad Anversa, nelle Fiandre, per scoprire il segreto della pittura a olio del maestro fiammingo Jan van Eyck. E poi, attraverso le figure di Leonardo da Vinci, Michelangelo, Raffaello e Tiziano, di come questo segreto, costituito dall'essenza di trementina, sia stato diffuso e apprezzato dai pittori Rinascimentali. Ecco, questo libro mi ha molto impressionato per l'idea di viaggio che esprime.
Oggi, se vogliamo andare in Belgio, ci mettiamo due ore di aereo. Tutto ci sembra vicino, anche l'America, visto che ci vuole meno di un giorno per andarci. Ma per Antonello da Messina, pittore del Quattrocento con appena abbastanza soldi per comprare un mulo, le Fiadre erano lontanissime. Erano l'altro capo del mondo. E infatti tornò in Italia dal suo viaggio dopo quasi due anni. Ecco, grazie a questo libro mi sono accorta che le distanze, in pochi secoli, sono quasi state annullate.

Il secondo libro è ben diverso dal primo. Il Nuovo Mondo è una distopia, un'utopia negativa. E, proprio l'anno scorso in questo periodo ero matta per le utopie. Nel Nuovo Mondo, c'è una completa esasperazione della biologia, della chimica, della psicoanalisi e del comunismo. Il mondo intero è un'unica nazione totalitaria. Gli esseri umani sono confezionati nelle provette e, a seconda della casta scentifica a cui apparterranno, ricevono più o meno ossigeno durante la gestazione in provetta, e una volta cresciuti sono condizionati ad amare o meno i libri, la natura, il caldo o il freddo. Inoltre sono fabbricati in serie, a seconda della domanda di lavoro nel mondo.
Il concetto su cui si basa il totalitarismo dello stato del mondiale è semplice: bisogna far amare al popolo la propria schiavitù. Ecco quindi la formula per una tirannia perfetta. Finché la gente non amerà la propria schiavitù, i tiranni dovranno temere il popolo assoggettato. Dopotutto, le rivolte nei paesi arabi, Tunisia, Libia e Egitto, non sono scoppiate proprio per il malcontento della popolazione?

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