giovedì 10 novembre 2011

Il cancello era sempre lì...

La notte, per una volta, era calma. Il pastore osservò una coppia scendere lungo la strada. Lei era vestita secondo la moda: gonna a pieghe che arrivava poco più giù delle ginocchia, giubbotto aderente, capelli corti e ricci, riga di lato. Un osservatore attento avrebbe notato che le calze erano in realtà pittura. In quei tempi di guerra le calze in nylon provenienti dagli Stati Uniti scarseggiavano, e allora le donne ricorrevano anche ad estremi rimedi per essere belle. Lui invece era un soldato, e dalla divisa al pastore sembrò un francese. Ne erano arrivati così tanti, da quando Pétain aveva firmato l'armistizio.
La campana della vicina chiesa cattolica suonò la mezza. L'uomo decise di tornare denrtro alla sua chiesa e chiuse il portone. Era un edificio piuttosto grande, uno dei più antichi della città, e sorgeva sulla via principale. Era chiuso da un piccolo recinto all'esterno, e il pastore poteva coltivare un orticello. Dava la metà del ricavato ai suoi fedeli più poveri, quelli che, nei precedenti bombardamenti, avevano perso tutto.
Ma, quella notte, c'era calma. No, i tedeschi non sarebbero venuti a sganciare le loro bombe. L'uomo camminò lungo la navata centrale. Si sedette davanti all'altare, in prima fila. Chiuse gli occhi. Pregò. Pregò per suo fratello, mandato a difendere le colonie. Pregò perché quell'assurda guerra finisse. Possibile che la follia di un solo uomo avesse scatenato quell'inferno?
Il pastore aprì gli occhi. Osservò i vetri colorati, risalenti all'epoca dello scisma anglicano. Dio, perché hai creato creature così imperfette?
Il pastore si appisolò. La notte era così calma...

Il pastore si svegliò di soprassalto. Oddio, conosceva benissimo quel suono. Era la sirena, la sirena che annunciava un nuovo bombardamento. Con il cuore in gola, l'uomo si rialzò. Cosa doveva fare? Trovare un rifugio. Corse lungo la navata. L'allarme continuava a suonare...e gli si ghiaccio il sangue nelle vene quando cominciò a sentire anche gli aerei. Arrivò al portone e lo aprì. Si trovò davanti il piccolo giardino. Il cancello era chiuso. L'uomo corse, mentre sulla strada la gente che era ancora fuori correva a cercare un rifugio. D'un tratto, si sentì una grande esplosione. Era cominciato il bombardamento. Le persone urlavano. E il pastore giunse al cancello in ferro dopo aver salito la breve scalinata. Prese la maniglia ma...in nome di Dio, era inceppata! L'uomo cominciò ad abbassare e sollevare la maniglia freneticamente, No, non voleva finire così! E intanto altre bombe cadevano, e sulla città c'era la luce rossa delle fiamme. Dio, non voleva morire così!
D'un tratto, con un piccolo CRAC, la maniglia si sbloccò e il cancello si aprì. Il pastore non si degnò neanche di richiuderlo, lo lasciò aperto. Cominciò a correre nella grande strada. Trovare un rifugio, trovare un rifugio...ma dove?
E poi, sentì un grande botto. Venne scaraventato in avanti. E venne il buio.

Si sentiva coperto di polvere. Qualcosa di appiccicoso gli copriva una parte del volto, lo sentiva. Aprì gli occhi.
"Signor pastore, state bene?"
Vide il volto prima sfocato, poi sempre più definito, di una ragazzina dai capelli rossi.
"Maddy..."
"Vi abbiamo trovato in mezzo alla strada, e vi abbiamo tolto almeno via da lì..."
In effetti, il pastore si rese conto che era semplicemente sul marciapiede. Si sollevò e si sedette contro il muro. Si toccò il viso. Era coperto di sangue secco.
La strada era piena di detriti, pezzi di muro delle case crollate. Gli uomini ne estraevano i cadaveri.
"Maddy, aiutami ad alzarmi..."
La ragazzina obbedì, e il pastore camminò lungo la strada appoggiandosi a lei, zoppicando. Le scene erano agghiaccianti. Morti, persone che piangevano, arti sparsi per la strada.
E poi, quando la vide, si fermò, la bocca aperta.
Era ancora lì. I muri di pietra erano lì, alti e secolari. Ma il tetto, i vetri e il portone erano scoparsi. Era come se fossero stati soffiati via. Come se quello fosse un enorme scheletro che si ergeva alto nel cielo.
"La mia chiesa..."
Il pastore crollò a terra, e pianse, di rabbia e frustrazione. La sua chiesa...
Il cancello era sempre lì, aperto verso l'interno, come lo aveva lasciato.

Liberamente ispirato ai fatti avvenuti a Plymouth nel 1941 

2 commenti:

  1. Grazie! Dall'immagine non si vede bene, ma quella chiesa dal vero di dà proprio l'immagine di un bombardamento.

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